        Che il presidente di Federmoto Giovanni Copioli fosse un appassionato di enduro non &egrave; una novit&agrave;, ma vederlo tornare a gareggiare nel contesto del Trofeo Maxienduro ha rappresentato una sorpresa per molti. Copioli aveva disputato una gara anche durante la scorsa stagione, con l&rsquo;obiettivo di promuovere l&rsquo;iniziativa, ma questa volta ha conquistato addirittura il podio, piazzandosi al secondo posto fra le Scrambler Heavy. Ma andiamo per ordine: a Spoleto si &egrave; disputato il secondo appuntamento della stagione del Trofeo Maxienduro e Scrambler, che registra un interesse sempre maggiore. L&rsquo;evento si &egrave; svolto con l&rsquo;organizzazione del Moto Club Spoleto capitanato dal presidente Daniele Cesaretti che, non lontano dal centro storico della citt&agrave; adagiata sul Colle di Sant&rsquo;Elia, ha realizzato una bella prova speciale fettucciata su un pratone erboso in leggera contropendenza, da cui partiva un percorso di circa 25 chilometri con tanto sterrato tra i boschi che ha portato i partecipanti fino a quota 1200 metri. I PILOTI AL VIA - Tra i piloti al via, oltre al presidente FMI Giovanni Copioli, c&rsquo;erano altri ospiti, quali Carlo Fiorani, direttore comunicazione racing Honda Motor Europe, e il giornalista e scrittore Paolo Ciri. Presente in forze la Fantic, che ha schierato sette moto nella Caballero Cup. &ldquo;&Egrave; stato divertente e mi ha fatto piacere il buon risultato&rdquo;, ha detto a fine gara il presidente Giovanni Copioli. &ldquo;Ma soprattutto sono contento di vedere i partecipanti soddisfatti e compiaciuti per i bei percorsi e per la bella giornata vissuta in sella. Questo trofeo ha mosso i primi passi solo l&rsquo;anno scorso, e la mia partecipazione per la seconda volta dopo la gara cui ho partecipato nella passata stagione vuole anche essere a supporto del suo sviluppo e della sua evoluzione&rdquo;.  IRON TOURING &nbsp;&ndash; Come gi&agrave; nell&rsquo;appuntamento inaugurale del 10 marzo a Roma Motodays, anche l&rsquo;evento umbro &egrave; stato aperto anche a partecipanti non agonisti che, iscritti nella sezione Iron Touring, hanno potuto affrontare lo stesso tracciato di gara e &ndash; senza cronometraggio e per un solo transito &ndash; la prova speciale. Tre i giri del percorso, per un totale di 75 chilometri con un tempo complessivo di 4 ore e 30&rdquo;; quattro i passaggi cronometrati per i piloti in gara nella divertente prova cross country fettucciata. &ldquo;La FMI crede molto in questa formula che deve puntare alla semplicit&agrave; per attrarre anche i motociclisti che non hanno mai disputato una gara. Proprio per questo abbiamo abbinato anche la parte turistica Iron Touring, che non prevede classifiche e consente il primo approccio e l&rsquo;accesso con la tessera member&rdquo;, ha spiegato Copioli. &ldquo;Per quanto riguarda la mia gara, col Caballero 500 mi sono trovato davvero bene: lo scorso anno avevo gareggiato con un Caballero 125 che ovviamente disponeva di una potenza molto minore. Se gli impegni me lo permetteranno non escludo altre partecipazioni future&rdquo;, ha concluso Copioli. LA GARA - Ad agguantare la seconda vittoria assoluta consecutiva dopo quella di apertura nella Capitale &egrave; stato il piemontese Roberto Fantaguzzi su Montesa del MC 100 Torri Alba che ha realizzato il miglior tempo in tutti i quattro transiti in speciale, ed &egrave; salito cos&igrave; sul pi&ugrave; alto gradino del podio della gara imponendosi anche nella Scrambler Light; dietro di lui, secondo delle scrambler leggere con un distacco di oltre un minuto, l&rsquo;endurista Nicol&ograve; Mori, portacolori del MC Trial David Fornaroli in sella alla BMW 310. Terzo posto di classe per Andrea Perfetti su Fantic 250 &ndash; MC Chieve, rallentato fin dalle prime battute di gara dalla leva del cambio piegata a seguito di un urto con una radice. Fuori dal podio della scrambler light Roberto Bianchini di FXAction su Montesa del MC Perla del Tirreno, che non &egrave; riuscito a riproporre la buona prestazione del debutto capitolino dove era salito sul gradino d&rsquo;onore. La classifica delle Scrambler leggere vede quindi saldamente in testa Fantaguzzi, con 40 punti, seguito da Bianchini a quota 30; terzo Nicol&ograve; Mori con 17 punti. SCRAMBLER HEAVY - Tre Fantic Caballero 500 sul podio della Scrambler Heavy, dove il dominatore &egrave; stato il pilota di casa Alessandro Pagliacci, del MC Spoleto, seguito sul gradino d&rsquo;onore dal presidente FMI Giovanni Copioli, che ha corso con i colori del MC Celeste Berardi, che in questa sua seconda partecipazione al trofeo &egrave; apparso determinato e ben deciso a non lasciarsi sfuggire un buon risultato. Terzo posto fra le Scrambler 500 per l&rsquo;ex crossista Gianluca Gonnelli, penalizzato di 2 minuti per un ingresso errato ad un controllo orario. Grazie ai 20 punti della vittoria della gara romana, Gonnelli comanda comunque la classifica di classe a quota 35 punti, seguito da Stefano Scarpin con un attivo di 17 punti ma assente in questa gara, e dal presidente Copioli, anche lui a quota 17. LE BICILINDRICHE - Nuova vittoria nelle maxienduro biciclindriche per Nicola Di Piero su KTM 950 del MC Mariotti Loreto, che ha realizzato il miglior tempo di classe in tutte le speciali guadagnando anche il secondo posto assoluto di giornata. Di Piero, che guida la classifica delle bicilindriche con 40 punti all&rsquo;attivo, &egrave; stato incalzato per l&rsquo;intera gara dal veneto Mauro Ballardin al secondo posto in sella alla sua ben allestita BMW 1000. Terzo gradino del podio di giornata delle maxi a due cilindri per Tommaso Monti sulla Honda Africa Twin 750. MAXIENDURO IN ROSA - Si &egrave; tinta di rosa la classe maxienduro mono: Irene Cicognani, portacolori del MC Winter Bikes &egrave; arrivata da Faenza con la sua datata Yamaha XT600 carica dei bagagli per la trasferta e ha vissuto la sua prima gara di trofeo in perfetta sintonia con lo spirito della sfida Maxi&amp;Scrambler. Irene ha vinto la classe mono maxienduro davanti a Paolo Ciri su Honda XL600 del MC Spoleto. LE SPECIAL - Doppia vittoria nella categoria special per Alessandro Morganti, portacolori del MC Vernio, che in sella alla sempre ammirata Harley-Davidson 883 versione regolarit&agrave; vecchio stampo si &egrave; portato a casa la coppa della vittoria di classe e quella assegnata dalla speciale giuria per la pi&ugrave; bella moto special.       

<p>Il presidente di Federmoto ha siglato il secondo posto fra le Scrambler Heavy nel secondo round del trofeo, andato in scena a Spoleto</p>

Trofeo Maxienduro: Copioli sfiora la vittoria

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  Questa la Line up della manifestazione:Venerd&igrave; 6 agosto:&nbsp;Marco MendozaMusicista di stampo hard &amp; heavy molto dotato che ha militato e collaborato con band e rockstar come Whitesnake, Thin Lizzy, David Lee Roth, Blue Murder, Ted Nugent, affiancato da Andrea Braido.Sabato 7 agosto:&nbsp;Living ColourI Living Colour sono un gruppo crossover/heavy metal statunitense, formatosi a New York nel 1984, e composto da musicisti afroamericani. Sono tra i maggiori esponenti del funk metal. Hanno vinto numerosi Grammy Awards e hanno vernduto oltre 20 milioni di CD. I suoi fondatori sono Vernon Reid, ex chitarrista dei Defunkt, e il cantante Corey Glover.  Grazie all'aiuto di Mick Jagger (Rolling Stones), che apprezz&ograve; sia i quattro che le loro composizioni, firmarono un contratto con la Epic Records nel 1987. La Epic stamp&ograve; nel 1988 il loro primo album Vivid, che grazie anche ai singoli Cult of Personality (vincitore di un Grammy come miglior brano hard rock nel 1989) e Glamour Boys, ebbe un successo planetario.   Cult of Personality fa parte della colonna sonora di Grand Theft Auto: San Andreas. La stessa canzone figura anche nella tracklist del gioco Guitar Hero III: Legends of Rock; essendo il gruppo grande fan della serie, per l'occasione ha riscritto il brano per il gioco con un assolo molto pi&ugrave; lungo e tecnico, in modo da farlo apparire tra i brani pi&ugrave; impegnativi.  Dopo la pubblicazione di Time's Up e Stain, nel 1995, i Living Colour si sciolsero, per poi riformarsi nel dicembre del 2000Dopo diversi concerti, anche insieme ai loro ispiratori King Crimson, nel 2003 hanno registrato Collide&oslash;scope.Nel settembre del 2009 &egrave; uscito il loro ultimo album The Chair in the Doorway composto da dieci brani inediti e una ghost track, registrato a Praga tra la fine del 2008 e la primavera del 2009. Stilisticamente la loro musica &egrave; una fusione di diversi stili quali guitar-based rock, heavy metal, free jazz, hardcore punk (in questo molto in linea con i Bad Brains), funk ed hip hop.Il punto di forza del gruppo rimangono comunque le loro performance live.      TM Stevens &egrave; un bassista dalle grandi doti, ha alle spalle collaborazioni con personaggi del calibro di Steve Vai, Cindy Lauper, Little Steven, Tina Turner e Billy Joel, mentre la sua voce compare in classici come Living In America di James Brown. La sua destrezza, maestria e abilit&agrave; come bassista e vocalist &egrave; leggendaria. Mostro di stravaganza ed eccentricit&agrave;, &egrave; una figura di rilievo tra i bassisti contemporanei e con la stupenda presenza scenica e coinvolgente ritorna per la terza volta sul palco dei Baloma bikers.L&rsquo;ingresso alla manifestazione &egrave; di &euro; 10,00 per tutta la durata dell&rsquo;evento.E&rsquo; prevista una lotteria il cui vincitore, estratto Domenica 8 Agosto, sar&agrave; premiato con una fantastica&nbsp;Harley Davidson 883 IRON in collaborazione con&nbsp;Harley Davidson Pescara.Domenica ingresso gratuitoFree campingPer maggiori info www.balomabikers.com        

Santa Maria a Monte, Cercemaggiore (CB), ospiter&agrave; la decima edizione del Bikers Festival

Il  Bikers Festival arriva alla 10&deg; edizione

Opaca, di gran fascino e con un sound unico

Harley-Davidson Iron 883

      Harley-Davidson &egrave; sinonimo di anticonformismo. Harley Davidson &egrave; uno stile di vita. Harley-Davidson &egrave; un marchio che profuma di leggenda, un marchio a cui hanno legato il proprio nome attori, piloti, tantissimi motociclisti e personaggi senza dubbio originali, come il leggendario Evel Knievel, il capostipite dei &ldquo;saltatori&rdquo;. Nel pianeta Harley, una delle famiglie pi&ugrave; amate &egrave; senza dubbio quella delle Sportster, che ora si &egrave; ampliata, accogliendo l&rsquo;inedita e tenebrosa Iron 883.  Non passa inosservata, perch&eacute; &egrave; un perfetto mix di soluzioni estetiche apprezzate e collaudate, come il parafango posteriore &ldquo;tagliato&rdquo;, e di particolari moderni, come le luci di posizione e di arresto integrati negli indicatori di direzione. &Egrave; quindi il look, aggressivo, la caratteristica distintiva di questa Harley-Davidson, che, come spesso avviene per i modelli made in Milwaukee, ha un forte legame tecnico con il passato, pur essendo condita con un pizzico di tecnologia.  Questa Sportster, proprio come le sue sorelle, ha una posizione di guida caratterizzata da una seduta bassa, da pedane avanzate e da un manubrio alto ma stretto. La sella &egrave; molto comoda ma chi vorr&agrave; trasportare un passeggero dovr&agrave; richiedere il sellino optional. Le manopole dal diametro contenuto garantiscono sempre un&rsquo;ottima presa e non causano indolenzimenti agli avambracci. I comandi sono ben posizionati ma bisogna abituarsi al metodo di azionamento degli indicatori di direzione: ogni freccia &egrave; collegata a un apposito pulsante; due bottoni in tutto montati su blocchetti diversi.      Difetti? S&igrave;, un paio: la leva che serve per bloccare il comando del gas, non molto utile nel nostro Paese, &egrave; posta nella parte inferiore del freno anteriore, per cui &egrave; facile urtarla con il pollice della mano destra. Inoltre, le pedane, pur essendo molto comode, risultano davvero ingombranti, soprattutto quando bisogna effettuare manovre di parcheggio. Appena viene messa in moto la Iron 883 dimostra di avere un rombo da vera Harley-Davidson, molto corposo, anche quando il motore &ldquo;sborbotta&rdquo; ai bassi regimi. D&rsquo;altronde &egrave; proprio la timbrica di scarico una delle caratteristiche che hanno reso famose le bicilindriche americane e questa Sportster non fa eccezione. Una dote del motore che impressiona favorevolmente &egrave; l&rsquo;erogazione, fluida a qualsiasi regime, probabilmente per merito dell&rsquo;iniezione elettronica, che ha consentito di ottenere una curva di coppia lineare.  La risposta del propulsore al gas &egrave; pronta e la trasmissione finale a cinghia dentata ha il pregio di eliminare la tendenza a &ldquo;strappare&rdquo; quando si agisce con decisione sul comando dell&rsquo;acceleratore. Il cambio &egrave; un po&rsquo; rumoroso anche se va detto che gli innesti sono abbastanza precisi, nonostante la leva abbia una corsa davvero notevole. La frizione attacca in maniera progressiva ma a caldo il rendimento peggiora.  Le doti di allungo del propulsore di questa 883 non sono eccezionali, quindi, soprattutto nel misto, bisogna guidare sfruttando la coppia ai medi regimi. Solo cos&igrave; facendo non bisogna fare i conti con le fastidiose vibrazioni avvertibili sia sulle pedane che sul manubrio. Nonostante un peso non contenuto, la maneggevolezza &egrave; buona e il baricentro basso consente di trovare un buon feeling con il veicolo sin dai primissimi metri. Nei cambi di direzione a bassa velocit&agrave; la Iron 883 &egrave; reattiva. &Egrave; proprio in questa fase che la V2 americana ci ha stupiti: ci saremmo aspettati di dover fare i conti con una moto pesante e difficile da condurre.  La realt&agrave; &egrave; l&rsquo;esatto contrario, perch&eacute; l&rsquo;ultima nata della famiglia Sportster &egrave; agile e ha un comportamento sincero. Durante la fase d&rsquo;inserimento in curva l&rsquo;avantreno &egrave; stabile, non ha la tendenza a &ldquo;cadere&rdquo; verso il punto di corda. In piega l&rsquo;unico limite alla fantasia &egrave; causato dallo sfregamento delle pedane sull&rsquo;asfalto, che comunque salvaguardano l&rsquo;integrit&agrave; della marmitta... Nel veloce la Iron 883 &egrave; stabile, fin troppo. Quando arriva il momento di effettuare cambi di direzione ad alte velocit&agrave; bisogna usare i muscoli. Ovviamente questa Harley-Davidson non &egrave; stata pensata per essere usata &ldquo;al limite&rdquo;, anche se in questa condizione non se la cava male, considerando la tipologia del veicolo.  L&rsquo;ammortizzatore posteriore &egrave; molto rigido, mentre la forcella &egrave; piuttosto morbida. Quando si affrontano strade sconnesse, quindi, bisogna prestare molta attenzione, perch&eacute; la Iron 883 tende ad avere variazioni di assetto soprattutto sull&rsquo;avantreno. I freni non hanno molto mordente ma evitano l&rsquo;improvviso bloccaggio delle ruote quando bisogna effettuare frenate di emergenza.  I dati dichiarati    Prezzo: 8.500 euro c. m.Potenza: 52,9 CV a 5.900 giri/minCoppia: 7,1 kgm a 3.750 giri/minPeso a secco: 251 kgColori: nero, argentoGuarda le fotoDi la tua sul forum&nbsp;

Molto fascino, un sound unico e tanta coppia ai medi regimi

5 risultati per 'Harley Davidson 883 IRON'

Trofeo Maxienduro: Copioli sfiora la vittoria

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Harley-Davidson Iron 883

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